Ercole su una moneta di Cipro

In questo pomeriggio piovoso ho preso fra le mani la bella monetina in foto e mi sono dilettato a ricavarne piacevoli arricchimenti culturali, una gioia che, a mio parere, accomuna i veri collezionisti di monete, distinguendoli da chi accumula tondelli solo per investimento.

Al dritto, il nome dell’isola di Cipro in tre lingue: greco, turco (le due lingue ufficiali) e inglese (la lingua dei colonizzatori britannici che governarono Cipro fino al 1960). Le tre lingue testimoniano una storia molto travagliata di un Paese che è rimasto unito nel periodo coloniale britannico e che, ottenuta l’indipendenza, si è diviso tra la Repubblica di Cipro al Sud, di maggioranza greca, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord, occupata militarmente dalla Turchia e mai riconosciuta dalla comunità internazionale.

Lo Stemma di Cipro raffigura una colomba che porta un ramoscello d’ulivo (simbolo di pace); sotto vi è scritto “1960”, l’anno di indipendenza cipriota dal dominio britannico. Mi piace però riportare la descrizione dello stemma secondo le regole araldiche. La descrizione completa è perciò la seguente: “Di rame, alla colomba d’argento, rivoltata, tenente nel becco un ramo d’ulivo dello stesso; in punta, il numero 1960, anch’esso d’argento. Sotto lo scudo, due fronde di olivo al naturale, decussate in punta“.

Sul rovescio, è rappresentato il semidio Eracle, protagonista di innumerevoli monete del mondo ellenico, sia nell’antichità, che nell’era moderna. In questo caso, la raffigurazione prende spunto da uno statere del re di Cipro Salamis Evagoras I, risalente al V secolo a.C. (vd. foto in basso).

Fonte della foto: Leu Numismatik, asta n. 29, 24/02/2024, lotto 988

Eracle appare seduto su una pelle di leone con la clava nella mano destra e il corno dell’abbondanza nella sinistra.

La pelle di leone fa riferimento ad una delle note fatiche di Eracle. Il Leone Nemeo apparteneva ad Era che lo aveva cresciuto sulle colline attorno alla città di Nemea, dove terrorizzava ed assaliva la gente. Fu cacciato ed ucciso da Eracle che, giunto nei pressi della sua dimora, cercò invano di trafiggerlo usando arco e frecce ma, avendo la pelliccia invulnerabile ne fu protetto e non subì ferite. Da Eracle fu poi aggredito a colpi di clava e per difendersi fuggì in una caverna. Intrappolato, fu poi raggiunto e cinto al collo con un braccio per essere soffocato fino alla morte. Eracle poi scuoiò il leone ed utilizzò per se stesso la pelliccia, ottenendo una difesa invincibile contro i nuovi pericoli che avrebbe affrontato.

Anche il corno dell’abbondanza, o cornucopia, è legato al mito di Eracle. Infatti, secondo il ciclo di racconti sulle fatiche del semidio greco, il dio-fiume Acheloo aspirava alle nozze con Deianira, figlia di Eneo e re degli Etoli, che era stata chiesta in moglie da Eracle. Ne scaturì una lotta fra pretendenti, durante la quale Acheloo si trasformò prima in serpente, quindi in toro (come narra Sofocle), poi in un drago viscido e iridescente ed infine in un uomo dalla testa di bue, così Eracle gli strappò un corno. Acheloo si considerò vinto e gli cedette il diritto di sposare Deianira, ma rivolle indietro il suo corno, dando in cambio un corno della capra Amaltea, la nutrice di Zeus, ossia la cornucopia, che aveva il potere di riempirsi istantaneamente di qualsiasi cosa desiderasse il suo possessore.

Per una descrizione delle caratteristiche tecniche della moneta: NUMISTA.